Partito e tendenze

«Il Socialista», a. II, n. 11, 7 luglio 1945, p. 1.

PARTITO E TENDENZE

Se nella storia del nostro partito lunghe lotte sono connesse alla parola “tendenze”, ci sembra di poter affermare con sufficiente tranquillità che attualmente, se sussistono e seguiteranno a sussistere, per la natura democratica del socialismo, sfumature diverse, impostazioni ideologiche diverse, l’urto delle tendenze è scomparso. Certo questo urto si presentava in tutta la sua forza soprattutto nei congressi e il nostro partito nella nuova vita legale non ha avuto finora che il Congresso di Napoli, parziale ed affrettato, ma nella nostra conoscenza della situazione interna possiamo prevedere che nei prossimi congressi non mancherà ricchezza di idee e di posizioni, come segno della nostra vitalità, e che non si ripresenteranno invece le vecchie tendenze che dal congresso di Roma del 1900 portarono a lotte gravissime dentro la grande organizzazione proletaria italiana. Riformismo, massimalismo sono termini attualmente disusati o servono solo per designare residui irriducibili di una mentalità superata da nuove esperienze, da nuove situazioni storiche, e dall’ingresso isolato o collettivo di forze giovani che hanno portato intenzioni di unità e di decisione essenziali nella vita del nostro partito. L’ingresso nel ’43 di gruppi di giovani come il M.U.P. (movimento di unità proletaria) e l’U.P.I. (unità proletaria italiana) ha avuto, secondo noi, un’importanza notevolissima, introducendo forze che erano al di fuori dei vecchi contrasti, che si rifacevano agli ideali essenziali del socialismo ripresi con coscienza storica piú attuale e con nuova freschezza combattiva. Qualcosa di simile a ciò che è avvenuto nel grande partito socialista francese, rovinato dalle tendenze opportunistiche cadute fino alla vergogna di accettare Vichy ed ora radicalmente stroncate per opera specialmente di forze nuove formatesi nella resistenza, ispirate da una volontà di deciso rinnovamento e sorrette dalle forze migliori che già esistevano nel partito. Processo che noi speriamo avvenga in tutti i partiti socialisti europei sí che non risorgano solo i 360 quotidiani socialisti che formavano la fierezza della II Internazionale, ma sorga una forza appoggiata alla tradizione, cosciente degli insegnamenti della storia, pronta ad attuare davvero, con la massima concretezza e con la massima decisione, i princípi di una società socialista.

Per ciò che ci riguarda ci sembra che si sia affermato tra noi un senso nuovo (che è poi viceversa il piú aderente ai nostri ideali) né riformistico né massimalistico, né estremista né moderato: un desiderio di azione concreta e vigile, di pressione continua per ottenere tutto ciò che può spianare la strada alle nostre vere conquiste, un desiderio che si basa su di una coscienza ardente e rivoluzionaria, che non si lascia ingannare né deviare da vantaggi immediati, che non perde mai di vista le nostre mete e non le colloca lontane in un ipotetico futuro, che non scambia le tappe con l’arrivo, che sente bene la diversità fra la concretezza storica e l’opportunismo rinunciatario. Quando si dice “rivoluzionario” mille orecchi si drizzano impauriti e sdegnati: ma sarebbe ora di comprendere che rivoluzionario non vuol dire senz’altro violenza fisica, barricate, mitraglia, ed indica, in un partito come quello socialista, soprattutto un’intransigenza ideale; una fedeltà al vero spirito dei nostri ideali, una decisione di attuazione concreta, prudente anche, ma integrale, che paiono ben lontane da certe forme accomodanti tanto piú inaccettabili quanto piú possibile è adesso per elementi non pienamente socialisti trovar posto in partiti di centro che svolgono pure la loro importante funzione.

Solo cosí, con la ricchezza di idee e di discussione tipica di una struttura veramente democratica, e con la forza di una tendenza combattiva unitaria, il partito socialista, partito del proletariato, mantiene la sua piú vera natura di avanguardia della classe lavoratrice, pronto ad assumere tutti i compiti che la situazione può imporgli nelle vicende di uno svolgimento democratico o di nuove avventure reazionarie.